martedì 5 febbraio 2008

VAMPIRO....

Accese in fretta la lampada e trovò sul letto una rosa. Buttò il cappotto su una sedia e subito prese quel fiore tra i suoi palmi e baciò i suoi petali profumati. Con occhi aperti, sognava lui la sua principessa notturna. Emise un lungo sospiro e poi sentì la sua mano fredda toccargli la spalla. Lei rimase immobile, annegata in una onda di calore e piacere, come una piccola Afrodite che nasce dalla schiuma del mare. Lui le sfiorò i capelli e poi si inchinò per accarezzare il suo collo con le sue labbra di ghiaccio. Si fermò vicino all’orecchio e le sussurrò:
“ Pensavi che ti avessi abbandonato, piccola Afrodite?”
Lei si girò lentamente, catturando tra le sue braccia morbide il suo corpo rigido. Lo guardò per un istante e poi appoggiò la sua testa sul suo petto. I battiti del suo cuore la facevano tremare.
“ Non mi lasciare mai più da sola,”sussurrò lei.
“ Oh! Io ho sempre vegliato su di te. Non sei stata mai sola, mia dea.”
Le lacrime cominciarono ad inondare gli occhi della donna e, con una voce stentorea, continuò:
“ Dimmi quando! Quando mi farai essere come te?”
Il fiato dell’uomo rallentò, lasciando regnare il silenzio. Dopo qualche secondo la stese sul letto, riempiendola di baci e di carezze. Lei ancora piangeva…
“ Smettila di piangere, piccola! È troppo presto…ancora non sei pronta per diventare una creatura notturna come me.”
“ Non è vero! Io sono pronta! Ti giuro! Ti amo così tanto che farò qualsiasi cosa per te!”
“ Oh, piccola mia! Tu non capisci. Se ti rapissi dal tuo mondo in un momento sbagliato, tutto il tuo amore si trasformerebbe in rancore. Tu mi odieresti per aver rubato la tua innocenza.”
“ Ma io…non capisco…io ti amo,”rispose lei,tra gemiti di dolore.
Il vampiro sorrise, prendendo nel suo palmo destro il bocciolo di rosa.
“ Tu sei come questa rosa: bella, dolce, profumata, morbida…”le disse.” Guarda che succederebbe se io ti offrissi adesso il dono tenebroso!”
L’uomo chiuse facilmente il palmo, stringendo il bocciolo nel suo pugno. Poi aprì le dita e i petali caddero sul corpo della donna.
“ Non rimarranno che spine…” continuò lui tristemente.
“ Non è vero,” Inveì lei.
“ Ssst! Devi calmarti! È meglio lasciarti da sola!”le disse con un tono seducente.
“ No! Ti prego! Rimani ancora! Voglio addormentarmi tra le tue braccia,!”implorò la donna.
Il vampiro sospirò profondamente e poi l’abbracciò, baciandole la fronte ardente.
“ Non ti lascerò mai! Stai tranquilla!”le sussurrò.
* * *
La luce del sole aprì gli occhi della donna, che si trovò sola tra le lenzuola. Guardò l’orologio e vide che erano le otto passate. Si affrettò a vestirsi e poi uscì sbattendo la porta. Salì nella sua macchina e partì. Sul ponte, provò ad accelerare, ma si trovò bloccata da un camion. Senza esitare, si affrettò a sorpassarlo…vide troppo tardi la macchina che le veniva incontro. Presa dal panico, sterzò il volante troppo forte e colpì la barriera che cedette subito all’impatto. La sua macchina precipitò nel fiume, mentre l’acqua apriva le sue braccia per inghiottirla. Lei strinse il volante, piangendo…
“ Perdonami!” sussurrò.
La macchina affondò e le sue parole svanirono per sempre.
* * *
Nella fredda notte, un’ombra girava spaventata nei corridoi di un ospedale. Presto trovò la porta dell’obitorio, che aprì con paura. I suoi passi si avvicinarono a una barella e con le mani tremanti allontanò il bianco lenzuolo. Sotto giaceva il corpo nudo di una donna. L’ombra le accarezzò la pelle con le sue dita bianche…era fredda…fredda come lui.
“ Ah, piccola Afrodite!”sospirò lui.
Due lacrime di sangue sporcarono il volto bianco del vampiro. Lentamente lasciò uscire tutti i suoi gemiti di dolore, tutte le sue preghiere, tutte le sue invocazioni, ma lei…non si svegliò. Adesso era lui che implorava e lei che non ascoltava…
“ Quando questa notte mi sono svegliato, non ho sentito più la tua voce…Capivo…tu non c’eri più,”si fermò per baciarle la fronte.”Dovevo ascoltarti! Tu avevi ragione…Adesso Dio ti ha preso e insieme a te, anche il mio cuore…”
L’uomo non trovò più la forza di continuare…si stese accanto a lei e sognò…sognò il suo sorriso, i suoi baci, le sue parole:”Non mi lasciare mai più da sola!”. Aprì gli occhi e si alzò:
“ No! Non ti lascerò mai da sola. Nessuno può rubarti dalle mie mani!”disse lui.
Tirò fuori dal suo mantello nero una rosa, che mise nei capelli della sua dea. I suoi passi si allontanarono, cercando la via di uscita. Nel buio di fuori il vampiro fù fermato da una creatura uguale a lui che gli prese la mano:
“ Che intendi fare, Lucius? Lei è morta. Tutto è finito.”
“ No. Ti sbagli. Io la porterò indietro.”
“ Sei impazzito? Non è possibile!” rise il vampiro, che lo teneva fermo.
“ Io camminerò nella luce del sole e andrò da Dio per riprenderla.”
“ Il dolore ti ha obnubilato la mente, Lucius. Vuoi morire per quella donna? Quella mortale che adesso giace senza vita in una stanza di un ospedale?”
“ Sì,”urlò Lucius arrabbiato.
L’altro vampiro gli liberò la mano, guardandolo con tristezza negli occhi:
“ Tu non mi amerai mai, no?” disse lui.
Lucius non osò rispondere.
“ Quando ti ho creato, ho pensato che saresti stato mio per sempre. Ma subito dopo, il tuo amore si era trasformato in odio. Perché?
“ Mi hai regalato il dono tenebroso quando ancora ero innocente…”sospirò Lucius.
Entrambi rimasero in silenzio, lasciando il tempo allontanare i loro pensieri.
* * *
L’alba iniziò a perforare il buio… Il vampiro tremava sulle scale di una chiesa, ma non osò muoversi. La luce si scagliò sopra la terra come un’onda, piena di calore, che alla fine inghiotti anche il corpo di Lucius…Tutto il suo essere iniziò a bruciare, ma lui non vedeva che i petali di rosa volare nell’aria e … tra loro vedeva il volto della sua dea…
* * *
Il silenzio lo circondava… Aprì gli occhi e si trovò su un campo di grano. Si alzò e scorse in lontananza una grande città, protetta da muri alti…
“ Sono morto?” si chiese.
“ Lucius!” si sentì la voce della sua dea.
L’uomo si girò, ma nessuno gli stava accanto. C’era solo quella città in lontananza… Lucius affrettò i suoi passi, spinto da una speranza…Sperava che lei fosse in quella città. Più si avvicinava, più vedeva che alla porta di quella città c’era una guardia.
“ Fammi entrare!” implorò il vampiro.
“ Chi sei straniero?” chiese la guardia.
“ Mi chiamo Lucius e vorrei parlare con Dio. Lui ha preso una cosa che mi appartiene e adesso voglio riprenderla.”
“ Dio non prende cose che non gli appartengono.”
“ Allora fammi entrare! Vorrei parlare con Lui! Ha commesso uno sbaglio!”
“ Dio non sbaglia mai.” rispose la guardia.
“ T’imploro. Lei mi appartiene!”
“ Se lei ti fosse appartenuta, Dio non te l’avrebbe presa.”
Lucius iniziò a piangere:
“ Lo so è che… Io ho sbagliato. Non ho avuto il tempo di offrirle il dono tenebroso. Voglio un’altra opportunità.”
“ Chi sei tu, demone, per chiedere a Dio un’altra opportunità?”
“ Sono una povera anima dannata che si è innamorata di un’anima innocente.”
“ Allora torna nel tuo regno e continua ad amarla.”
“ Ma come? Io ho bisogno di lei per amarla.”
“ Se ami veramente un’anima, la ami anche quando è lontana da te.”
“ Ma non posso. Il dolore mi divora dentro.” Rispose Lucius, gettandosi ai piedi della guardia.
“ Ah! Beato te!”
“ E’ vero, no?” gli disse il vampiro asciugando le sue lacrime.” Tu non me la ridarai!”
“ Sì, Lucius! Sì.” sospirò la guardia.
“ Allora mandami negli inferi a soffrire.”
“ Mi dispiace, Lucius. Ma tu non appartieni a nessuno. Né a Dio, né al Diavolo.”
“ Come?”
“ Tu sei un essere dannato per vagare sulla terra per sempre. Tu non hai né un padre, né un dio. Tu sei un vampiro....

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